Il digiuno
La storia della dieta dodo
Come fare la dieta dodo
Quando si vuole raggiungere un certo obiettivo, è bene porsi degli step. In questo modo la metà sembrerà meno lontana e di più facile approccio. Una volta raggiunto il primo passo si può iniziare a ridurre i giorni di digiuno. A quanto viene detto dalla dottoressa, una volta risvegliato il metabolismo, le riserve energetiche contenute nei grassi di deposito inizieranno ad essere utilizzate comportando, di conseguenza, il dimagrimento. Risvegliando il metabolismo ad un certo punto non è più necessario digiunare ogni 24 ore, ma si può arrivare anche a fare solo uno o due giorni di digiuno settimanale. I risultati si vedranno comunque e, a quanto viene assicurato dalla nutrizionista, non si riprenderanno i chili persi se si mangia per più giorni a settimana.
Impostata in questo modo, la dieta dodo risulta più facile da seguire perché non bisogna stare ogni giorno a contare le calorie e non è necessario privarsi dei cibi che piacciono ma che normalmente vengono eliminati nelle tradizionali diete. Questa è la ragione principale del suo grande successo. Viene da sè che la maggior parte delle persone preferiscano rinunciare a giorni alterni che sottostare alla tirannia di una dieta con un numero di calorie fisso piuttosto esiguo. Infatti, la dieta dodo è più facile da seguire e per tale motivo chi la sceglie riesce a portarla avanti per un lasso di tempo nettamente maggiore perché non è noiosa e non pone restrizioni difficili da reggere a lungo.
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